lunedì, novembre 19, 2007

La discarica, ultimo anello di una catena

Cari Bloggers,

i lavori per la sistemazione della discarica continuano a ritmo serrato e tra qualche giorno pubblicheremo un resoconto fotografico.

Come ben sapete, la riapertura della discarica è stata decisa per una scelta squisitamente economica: un male necessario che avrebbe consentito al comune di far quadrare il bilancio.

Purtroppo la fine dell'anno si avvicina e l'introito previsto non si potrà realizzare, lasciando un buco difficilmente colmabile.

Tralasciando una disquisizione su quello che è stato (introiti della discarica utilizzati allegramente e aumento insostenibile della spesa corrente) è necessario e urgente un piano per il futuro.

Ricordiamoci che la discarica è semplicemente un ricettacolo dell'immondizia prodotta da noi cittadini e che quindi non possiamo adottare la solita mentalità NIMBY (not in my backyard - non nel mio giardino) ma guardare a quelle che sono le possibili vie di uscita da questa empasse.

Una soluzione ideale potrebbe essere la costruzione di un impianto per la separazione automatica dei rifiuti.

Questi impianti separano automaticamente l'immondizia, grazie a dei sensori ottici e magnetici. In poche parole, tutta l'immondizia viene versata su di un nastro trasportatore e automaticamente vengono separati e recuperati tutti i materiali riciclabili.
La percentuale di recupero è di circa il 90% e una linea può lavorare fino a 10 tonnellate di rifiuti.
In poche parole: una miniera d'oro, una panacea per l'ambiente, una grossa risorsa di lavoro.

Se per caso incontrate il presidente Cuffaro (quello che ancora nel 2007 progetta inceneritori), compartecipatelo dell'esistenza di questo tipo di impianti.

Purtroppo, per realizzare tale marchingegno, ci vuole gente competente e di buona volontà, superare ostacoli burocratici quasi insormontabili (soprattutto se non si ha la tessera di partito giusta), procurare 30 milioni di Euro e versare il canonico 2% all'onorata società.

Probabilmente un sogno che rimarrà tale.

Ma esistono delle alternative realizzabili anche nella nostra realtà.

In un comune del salernitano, Mercato San Severino, il sindaco Giovanni Romano (A.N), è riuscito ad implementare un sistema semplice ed efficace, che ha portato in breve tempo la quota del riciclato al 54,74% (dati 2006).

Si è partiti da una constatazione: il cittadino del Sud ha generalmente una scarsa considerazione e rispetto del bene pubblico.
Infatti il bene pubblico è di tutti e in quanto tale di nessuno, quindi i rifiuti sono semplicemente una cosa estranea all'individuo o alla famiglia: l'importante è liberarsene.

Il come è secondario.

Il sindaco Romano ha capovolto il modello e ha eliminato i cassonetti della spazzatura dalle strade. Al suo posto, a tutti i cittadini sono stati consegnati dei sacchetti contrassegnati per la raccolta differenziata e dell'umido e il ritiro dei rifiuti viene effettuato a domicilio in giorni prestabiliti.

Questo ha portato ad un cambio di atteggiamento dei cittadini, che adesso sono costretti a tenere la spazzatura in casa.
Inoltre, la TARSU è stata convertita in TIA (tassa igiene ambientale) e la tariffa calcolata in parte in base ai componenti del numero familiare e alla quota riciclata.

Il meccanismo è semplice: ogni famiglia ha un codice a barre che viene messo sui sacchetti dei rifiuti e del riciclato.

Al momento del ritiro, l'addetto legge il codice e i dati vengono memorizzati nel sistema.

Più si ricicla, più si risparmia, poichè per ogni sacchetto di materiale differenziato, si ottiene uno sconto sulla tassa.
Il sistema è spiegato in maniera esaustiva in questo sito.

Fino a quando però si continuerà a differenziare solamente il 5% dei rifiuti, ci sarà un 95% di materiale che dovrà essere in qualche modo smaltito.

E purtroppo, per adesso, l'unica soluzione che è stata trovata, è la nostra discarica.

2 commenti:

Unknown ha detto...

la discarica sta scoppiando e le casse sono vuote. Finiremo come Napoli! Solo Santo ci può salvare!

Unknown ha detto...

Ma se seguissimo questi consigli, i ratti che fine farebbero?