lunedì, novembre 05, 2007

"La discarica: un nodo ancora da sciogliere" di Max Neuland

Cari Bloggers,

la discarica emergenziale sita nel nostro territorio comunale occupa ormai da mesi il dibattito pubblico nel nostro piccolo centro. Da tempo si discute della discarica in sedi pubbliche e private, in sedi istituzionali e non, ma nonostante le numerose prese di posizione (declamate da più soggetti e non necessariamente politici), nulla a tal riguardo è cambiato in questi anni.

La discarica “emergenziale” è diventata “adulta”, essendo stata realizzata, messa in opera ed aperta al comprensorio del calatino durante la prima amministrazione Falcone, e la stessa continua ad essere oggi fonte di almeno due diversi problemi di difficile soluzione.

Il primo problema, ormai storico, riguarda l’impatto ambientale della discarica sul territorio con le eventuali ricadute sulla salute pubblica.
Il secondo problema, più recente, riguarda l’utilizzo degli introiti dovuti all’esercizio della discarica e la loro gestione per il finanziamento delle spese a bilancio attuali e future.

Allo stato attuale, la discarica emergenziale non può dirsi in maniera appropriata ne “chiusa” ne “aperta” ma semplicemente esaurita, essendo le celle costituenti ormai colme di rifiuti.

La discarica non può definirsi “chiusa” perché non sono state programmate ne progettate le misure di sicurezza e gli interventi edili necessari per la sua dismissione e il successivo smantellamento, inoltre la stessa non può definirsi “aperta” perché non sono ancora pervenute in via definitiva le autorizzazioni necessarie per l’apertura e l’utilizzo, in via straordinaria, dell’ultima cella in essere.

La gestione della discarica è divenuta complessa perché, in maniera equivalente al triennio 2004-2006, gli introiti derivanti dal suo esercizio sono strettamente necessari per la verifica del conto economico del 2007 e per il bilancio preventivo del 2008, e di conseguenza la soluzione del problema ambientale, ottenibile solo con la dismissione e lo smantellamento della discarica, non può avvenire senza far saltare il bilancio dell’ente e quindi senza far scivolare il comune verso il dissesto finanziario.

L’Amministrazione comunale ha affrontato il “nodo scorsoio” costituito dalla discarica posticipando, almeno nelle intenzioni, l’esaurimento della stessa nel 2008 (con buona pace degli strombazzamenti estivi) e avviando i contatti e l’iter autorizzativo per la creazione, entro il 2009, di un parco eolico di una società privata. Insomma, la strategia dell’amministratore mira a sostituire a bilancio gli introiti dovuti all’esercizio della discarica con i proventi derivanti dalle concessioni territoriali per l’esercizio del parco eolico.

La strategia dei nostri amministratori non fa una grinza dal punto di vista del merito perché si prefigge lo scopo di garantire l’attuale livello occupazionale dell’ente riducendo nel medio termine l’impatto ambientale sul territorio, ma nonostante molti la ritengano obbligata, personalmente ritengo questa strategia discutibile dal punto di vista della programmazione e degli obbiettivi.

In primo luogo, la strategia dell’amministratore si fonda su una doppia contingenza, casistica statisticamente rara, che verte sull’assunto che vengano ottenute contestualmente sia l’autorizzazione per l’apertura “straordinaria” di una discarica già esaurita, che le concessioni a terzi per la realizzazione di un grande investimento come quello del parco eolico.

In secondo luogo la strategia amministrativa affronta in maniera marginale il vero problema innescato nel nostro comune dall’esercizio della discarica, problema costituito dalla dimensioni da “moloch” onnivoro della spesa corrente del nostro ente (oltre 4.000.000 euro per il 2007).

Per chiarezza di termini, la spesa corrente è costituita dai costi per la produzione e l’erogazione di beni e servizi comunali (prestazioni di servizio, personale, organi istituzionali e assegni sociali) mentre le spese in conto capitale sono quelle spese di investimento volte all’acquisto, alla costruzione ed alla manutenzione di beni pubblici.

Il vero rovescio per la nostra comunità, non è stato rappresentato dall’esercizio economico di una discarica “emergenziale”, esercizio che per sua natura non può che essere temporaneo e transitorio, ma è stato costituito dall’aver volutamente (e quindi politicamente) utilizzato la gran parte di queste entrate extratributarie (almeno 10.000.000 di euro in 10 anni, fino al 2006) per finanziare, fuori controllo, la spesa corrente del nostro comune piuttosto che per finanziare le spese in conto capitale.
Insomma si è pensato ad assumere dipendenti, a richiedere consulenze, a garantire assegni sociali, a finanziare feste e concerti piuttosto che ha creare patrimonio per l’ente e la comunità (ricordate la nota “zona artigianale”?).

Considerando scontata la volontà di tutta la comunità locale, amministratori in testa, nel voler recidere il nodo discarica, allo scopo di ottenere l’obiettivo primario dello smantellamento della stessa ritengo che nella strategia amministrativa manchino due passaggi importanti . Primariamente le iniziative poste in essere non fissano un calendario di atti e passaggi istituzionali che indichino univocamente la data di dismissione della discarica, e secondariamente in parallelo alle iniziative poste in essere l’amministratore deve farsi carico di programmare, concertare e realizzare un piano strutturale di riduzione della spese correnti, che incida, per ovvi motivi, su quelle voci a carattere fisso che irrigidiscono il bilancio.

Un piano del genere, che per sua natura sarebbe politicamente scomodo e quindi poco rivendicabile in sede di elezioni, potrebbe prendere in considerazione alcune misure quali:

Riduzione delle deleghe assessoriali al numero minimo previsto (3) dalla legge per l’iscrizione delle liste elettorali e riduzione del 30% dell’indennità di carica degli amministratori; (Riduzione dei cosiddetti “costi della politica”)

Riduzione dei servizi e degli assegni sociali secondo criteri di salute pubblica; (Riduzione delle spese di prestazione per servizi non produttivi)

Istituzione (entro quattro anni) della carta dei servizi del cittadino con conseguente revisione dei carichi di lavoro dei dipendenti e revisione della pianta organica comunale; (Riduzione delle spese per il personale).

Con provvedimenti di questo tipo si potrà ridurre strutturalmente il fabbisogno dell’ente e di conseguenza si potrà pensare di dismettere la discarica emergenziale nel medio termine (4-5 anni) senza vivere della speranza nelle concessioni di altre istituzioni.

In definitiva, a meno di cambi radicali di scenario, il nostro comune dovrà imporsi una cura dimagrante.
Lo scenario attuale probabilmente ci imporrà di scegliere tra una dieta modulare a tappe, governata dagli amministratori e una dieta brutale “una tantum” disposta da un commissario straordinario.

Staremo a vedere.

Max Neuland

4 commenti:

Unknown ha detto...

Per la serie: ci vuole un miracolo!

Unknown ha detto...

Se si fanno solo spese e nessun investimento, vai a risanare il bilancio! Siamo nella m....

ecc... ha detto...

Max la tua analisi e corettissima, direi che è ora che qualche amministratore si assuma la responsabilità politica di attuarla.

Unknown ha detto...

Bella situazione... ci vorrebbe un bel 13 a totocalcio...
Potremmo sempre investire le entrate in gratta e vinci... magari ci ricaviamo qualcosa