martedì, giugno 12, 2007

TFR. Una scelta per la vita - di Giuseppe Nisi

Cari Bloggers,

oggi pubblichiamo una lettera riguardante un tema di cruciale importanza per il futuro dei lavoratori dipendenti: il destino del Trattamento di fine rapporto, conosciuto anche come "buona uscita".

Negli ultimi anni, si sono succedute una serie di riforme previdenziali che hanno trasformato il nostro sistema progressivamente da retributivo a contributivo.

In passato, l'ammontare della pensione veniva determinato da 2 fattori: la retribuzione pensionabile e l'anzianità contributiva. Questo sistema si basava su un sistema solidale, dove i lavoratori pagavano le pensioni con i contributi attuali.

Questo sistema funziona a meraviglia in tempi di crescita demografica ed economica (dove si ha 1 pensionato a carico di più lavoratori), un pò meno in una realtà di scarsa crescita come quella che affligge l'Italia da decenni (dove tra poco si raggiungerà la media di 1 pensionato a carico di 1 disoccupato)

In futuro, la pensione sarà composta da più pilastri, dove avrà un peso rilevante la componente contributiva: tanto avrai versato, tanto avrai a disposizione (più l'eventuale rivalutazione)

Ottima notizia per tutti i precari.

La situazione non è delle migliori ed è quindi necessario compiere la scelta ottimale, possibile solo se ci si informa bene e si ascoltano più opinioni qualificate.

Un buon punto di partenza sono alcune risorse della rete, come tuapensione.it, la guida di Yahoo e il sito dell'INPS

La parola a Giuseppe Nisi, promotore finanziario.

Non è uno slogan né un modo di dire ma una profonda verità.

Entro il 30 giugno tutti i lavoratori dipendenti del settore privato devono fare la loro scelta.
Cosa fare del TFR (Trattamento di fine rapporto o ex buona uscita) maturando?
Ebbene la data è ormai prossima, ma ancora tantissimi lavoratori non l’hanno fatto.

Perchè?

Gli italiani siamo quelli dell’ultimo momento, magari nell’attesa che ci sia una proroga, l’abbiamo scritto nel DNA.
Questa volta ho la sensazione che le cause siano diverse. Il mio lavoro mi porta a parlare ed ad ascoltare giornalmente parecchie persone e mi sono accorto che esistono tante difficoltà in merito legate principalmente ad informazioni sbagliate raccolte qua e là o meglio ancora a disinformazione totale.

Mi preoccupa maggiormente “la cosa” perché molte di queste informazioni sbagliate provengono nella maggior parte dei casi da “simil-operatori“ del settore se così si possono definire, che purtroppo confondono una giusta consulenza con una “vendita” porta a porta e questo crea maggiore confusione nella mente di chi deve optare la scelta.

Questa volta la scelta è proprio il caso di definirla una “scelta di vita” senza alcuna metafora.
Un futuro di vacche magre per i lavoratori di oggi, questo è quello che ci darà il nuovo sistema pensionistico; perché l’effetto combinato del sistema contributivo – che progressivamente sta entrando a regime – e la possibile revisione dei coefficienti darà come risultato una pensione quasi dimezzata rispetto allo stipendio.
Ecco a cosa dovrà servire la scelta da compiere; il TFR maturando dovrà colmare il cosiddetto “gap” previdenziale (la differenza sostanziale che ci sarà tra l’ultima retribuzione e la pensione “statale”) che la maggior parte dei lavoratori d’oggi si troverà ad affrontare.

Cosa fare? Decido di lasciarlo in azienda? Scelgo un Fondo pensione od un PIP? Oppure il fondo di categoria?

Optare per una o l’altra soluzione potrebbe cambiare, anche in modo sostanziale il risultato finale e quindi il proprio tenore di vita futuro.

Il mio consiglio va dunque in questa direzione: prima di compiere la scelta che sia la più consapevole possibile, assumete quante più informazioni, non abbiate timori a “chiedere” e a “sentire” specificatamente persone qualificate che operano in questo campo.
Poi fate la scelta e non da soli, ricordate che il “Fai da te”, in questo settore non ha mai dato buoni risultati.

A vostra disposizione.

7 commenti:

Unknown ha detto...

E che succede se le compagnie di gestione falliscono? Ricordate il caso Argentina o Parmalat? Meglio il vecchio sistema: almeno si dorme tranquilli!

Unknown ha detto...

SUPERSALVO,
NON CREDO CHE UNA COMPAGNIA DI GESTIONE POSSA FALLIRE!
SE VAI SUL SITO DELLE COVIP, CHE POI SAREBBE UN'ORGANO DESIGNATO PER IL CONTROLLO DI QUESTE SOCIETà POTRAI TROVARE MAGGIORI INFORMAZIONI SULL'ANDAMENTO DELLE SOCIETà IN QUESTIONE!

IO PERSONLAMENTE MI AFFIDERò AL BUON SENSO E TRASFERIRO IL MIO TFR AD UN FONDO PENSIONE... MA NON DI CATEGORIA.

CIAO A TUTTI

Unknown ha detto...

Scegliendo la gestione INPS, si può usufruire però di pagamento anticipato (malattia, acquisto casa) e se ti licenziano, hai in mano i soldi versati. Con il fondo gestito da privati, devo aspettare fino alla fine. E se muoio prima? E poi, chi si fida delle autorità di controllo italiane? Parmalat, Argentina, Ricucci, Consorte...Orbu cu ci cridi!

peppino ha detto...

Volevo solo ricordare che le società non falliscono solo in Italia ma in tutte le nazioni e specialmente quelle più "progredite". Aziende del calibro di WorldCom, ENRON o Airlines A. sono fallite in USA nell'ultimo decennio ma questo non ha fatto fallire i fondi pensioni americani o le grandi banche che in genere detengono in portafoglio quote minime di singole società in quanto diversificano quanto più possibile. I casi PArmalat, Cirio, Giacomelli, Finmatica ecc. ed anche l'Argentina, sono state singole aziende o nazioni che nei portafogli nei grandi investitori istituzionali e non, fondi d'investimento, banche ecc.. "pesavano" poco e quindi non hanno "scalfito" la loro solidità; hanno, invece, fatto grave danno nelle tasche dei piccoli risparmiatori.
Quindi, state tranquilli che i fondi pensioni, hanno una certa sicurezza.
Ma poi, pensi proprio che l'INPS sia molto più solida?

Unknown ha detto...

Nel caso Enron, tanti pensionati sono stati costretti a tornare a lavorare. Non è la stessa cosa, ma in Italia c'è poco da fidarsi. E poi diciamoci una verità: questa legge è stata fatta per fare un favore ai fondi e se vi ricordate, questa fu una delle 4 occasioni in cui Berlusconi uscì dalla stanza, perchè vedeva un conflitto di interessi per Mediolanum.

peppino ha detto...

Bastinazzo hai ragione. Nel caso ENRON tanti pensionati sono ritornati a lavorare. Ma il fondo pensione di categoria aveva investito la maggior parte dei fondi in azioni Enron e quindi il crak è stato completo, unico caso nella storia. Non si ricordano in Italia fallimenti di fondi (esistono concretamente dalla fine degli anni 70). Poi se pensi proprio che la legge sia stata fatta a favore dei fondi è possibile, ma non mi pare che finora questa enorme massa di denaro sia stata ben gestita.
Siccome qualcuno pensa ancora che ci sarà sempre "mamma" Stato a pensare a tutto continuiamo a farci le seghe mentali per ogni foglia nuova che si muove.
Chi pensa di stare sulla giusta via, la segua.

peppino ha detto...

PER RISPONDERE a BASTIANAZZO CHE HA SCRITTO "Scegliendo la gestione INPS, si può usufruire però di pagamento anticipato (malattia, acquisto casa) ecc...
Anche per i fondi pensioni o PIP sussistono le stesse agevolazioni.
E poi... il lavoratore deve optare per una scelta tra lasciarlo in azienda o far confluire verso un fondo di ccategoria o un PIP entro il 30 giugno. Cosa intendi con scegliendo la gestione INPS, ricordo che finisce all'INPS solo se si decide di lasciarlo in azienda e l'azienda ha più di 50 dipendenti.