sabato, gennaio 19, 2008

Santo subito!


Cari Bloggers,

ieri è giunta la sentenza del tribunale di Palermo riguardante il processo sulle talpe alla direzione distrettuale antimafia, che vedeva come imputato principale il nostro governatore Cuffaro.

La sentenza è stata dura: tutti gli imputati nel processo sono stati condannati, con pene che vanno dai 14 anni per l'imprenditore Michele Aiello, accusato di associazione mafiosa e truffa nel campo sanitario, ai sei mesi per Antonella Buttitta, ex assistente di un pm accusata di concorso nella rivelazione di segreti d'ufficio e violazione delle reti informatiche.

Totò Cuffaro se l'è cavata con soli 5 anni e l'interdizione perpetua ai pubblici uffici (con la quale non si può nemmeno fare il bidello) per favoreggiamento semplice e violazione del segreto istruttorio.

L'aggravante mafiosa non è stata provata, poichè Cuffaro avrebbe favorito dei singoli mafiosi e non la mafia nel suo complesso.

Lacrime di felicità, congratulazioni, feste e pellegrinaggi alla Madonna.

Interessante fenomeno antropologico: lo status di "mafioso" sarebbe quindi la normalità.
Essere un criminale semplice è quasi un segno di rettitudine morale e motivo di soddisfazione e gioia.

Meno male che non l'hanno assolto, altrimenti si apriva un altro processo: quello di beatificazione!

8 commenti:

Giuseppe Giustolisi ha detto...

E fu così che l’Italia diventò famosa in tutto il mondo non per le proprie bellezze architettoniche, e non centrano neanche le scelte di politica estera questa volta.
Ma andiamo con ordine, 1. magistrati che indagano sui politici trasferiti. 2. Napoli e provincia un’enorme immondiziaio. 3. Il Papa non può prendere parola all’università “La Sapienza” di Roma. 4. Un Ministro della Giustizia indagato con tutta la sua famiglia. 5. Un Presidenti di Regione rinviato a giudizio e un altro condannato. 6. Economia sempre più in difficoltà e un governo giornalmente agonizzante.
Ma tutti indistintamente si occupano di legge elettorale, siamo di fronte ad una democrazia malata, una guerra tra potere politico e giudiziario senza precedenti, la politica delegittima la magistratura che a sua volta emette provvedimenti quantomeno nella tempistica discutibile.
I cittadini sono disorientati e non ci capiscono più nulla, Napoli in mezza alla merda e la procura si occupa di raccomandazioni, politici che invece di risolvere le questioni importanti sono impegnati a raccomandare ballerine, ma dove sta andando a finire l’Italia, alla deriva?
Il Parlamento applaude un intervento contro la magistratura, il governo che un giorno attacca e all’indomani difende, un’opposizione che tra cosa bianca e populismo non sa che strada prendere, gli Italiani sono stanchi di assistere a questo Teatro.
Non va il sistema “ITALIA”. I padri fondatori dell’attuale democrazia pensarono ad un sistema di poteri separato ed autonomo che oggi non esiste più. Ormai la moda è la casta, di politici, di magistrati, di giornalisti, di sanità, di grande distribuzione, di cooperative, di notai, di dipendenti pubblici, un sistema ITALIA costruito su caste che rischiano di frantumarsi.
I cittadini sono sfiduciati e confusi, assistiamo a manifestazione in favore di indagati, a festeggiamenti in favore di condannati, a manifestazioni contro chi rappresenta 1.000.000.000 di fedeli negando la libertà di parola, l’esercito che deve uscire dalle missioni per fare lo spazzino,un caos infinito.
Sinceramente non riesco ancora a farmi un’opinione sul periodo che stiamo vivendo l’Italia senza dubbio ha bisogno di riforme profonde, sociali, culturali e politiche, fatte non certamente da chi ci ha portato sino a questo punto.
- Bisogna un documento etico e morale approvato per legge che tutti i politici devono rispettare;
- Rinnovo della classe politico con l’obbligo dei due mandati;
- Un parlamento a camera singola con 500 deputati, con immunità parlamentare;
- Presidente eletto direttamente dal popolo, con pieni poteri all’americana;
- Sistema con due partiti e preferenza;
- Le varie elezioni si dovrebbero svolgere in un unico giorno;
- Nomine politiche effettuate per titoli ed esami, tipo concorso;
- Rapporto diretto tra elettore ed eletto costante nel tempo attraverso la rete;
- Pressione fiscale al 30% e relativo tagli delle spese, drastico taglio delle spese;
Insomma tutti interventi fattibili che sanno anche i bambini, ma nessuno li adotta? Perché? Continuando di questo passo altro che santo e santini succederà una rivoluzione ne sono certo, per questo mi rimbocco le maniche e penso ai tanti problemi locali, un saluto.
Giuseppe Giustolisi

Unknown ha detto...

La morale si è persa da troppo tempo, ma adesso siamo veramente allo sfascio. Questo presdente è una vergogna per i siciliani onesti e tutti i partiti che lo appoggiano dimostrano che stanno dalla parte dei delinquenti e contro i cittadini. Al posto di nascondersi nella vergogna, festeggiano la condanna!

Unknown ha detto...

Ma avete visto che tutti gli hanno fatto i complimenti?
Ha vinto il nobel o una medaglia al valore?

Unknown ha detto...

Non c'è la guerra tra politici e magistrati. I magistrati danno la caccia ai delinquenti e purtroppo tanti politici sono delinquenti.
Cuffaro festeggia perchè tra indulto e prescrizione, non farà un giorno di galera e farà prescrivere anche l'interdizione ai pubblici uffici, così potrà regnare indisturbato. W UDC!

Redazione ha detto...

http://www.beppegrillo.it/immagini/immagini/Lettera_Di_Pietro_Prodi.pdf

"Al Presidente del Consiglio dei Ministri On.le Prof. Romano PRODI
Come Ti è noto, il 18 gennaio scorso il Tribunale di Palermo ha pronunciato sentenza di condanna per favoreggiamento e rivelazione di segreto nei confronti del Presidente della Regione siciliana.
I fatti addebitati al Presidente Cuffaro ed accertati dal Tribunale con la sentenza di primo grado, emergono nella loro estrema gravità, non solo per come attestato dalla pesante pena irrogata (cinque anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici), ma soprattutto in quanto si tratta di comportamenti di favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio su indagini riguardanti affiliati mafiosi. Al riguardo mi preme sottolineare due considerazioni.
In primo luogo, la condivisione sulle modalità per intervenire sulla vicenda, facendo puntuale applicazione di quanto già l’ordinamento vigente impone. Infatti, al riguardo, l’articolo 15, comma 4-bis della legge 19 marzo 1990, n. 55, prevede la sospensione di diritto, anche in caso di condanna non definitiva...
Come è noto, il percorso istituzionale prevede che il Presidente del Consiglio dei Ministri, sentiti il Ministro per gli affari regionali e il Ministro dell’interno, adotta il provvedimento che accerta la sospensione.
Tale esito discende, per fatti di gravità acclarati, dall’esigenza di garantire la tutela dell’interesse pubblico, leso dalla permanenza in carica e dallo svolgimento delle relative funzioni istituzionali da un soggetto rispetto al quale è stato accertato il venir meno di un requisito essenziale per continuare a ricoprire un ufficio pubblico elettivo. Ma, soprattutto, mi preme mettere in evidenza una seconda considerazione.
Come Ministro della Repubblica, e soprattutto come cittadino, sono sconcertato dalla reazione che ha caratterizzato il comportamento del Presidente della Regione Sicilia rispetto alla sentenza che lo ha condannato e che, a chiunque abbia dignità e rispetto verso le istituzioni, avrebbe dovuto suggerire soltanto di prendere la decisione di dimettersi...
Ritengo che il Governo non possa rimanere inerte rispetto alla vicenda in questione e che sia indispensabile l’adozione di misure concrete, in conformità a quanto previsto dall’ordinamento, volte ad assicurare il primato della legge ed il pieno rispetto del principio di legalità, restituendo, in tal modo, credibilità ed autorevolezza alle istituzioni dello Stato...
Si tratta di un adempimento doveroso, per il rispetto che tutti dobbiamo alle istituzioni e alla legge. Ma, ancora prima, per il debito morale che ancora dobbiamo saldare con le tante, troppe vittime della mafia e con i loro congiunti...
Mai come in questa vicenda l’esigenza di fare, e far presto, costituisce la doverosa forma di adempimento della legge che deve distinguere una classe dirigente degna di questo appellativo da una solo ipocrita e meschina. Sono convinto che non sei sordo a queste esigenze, e in maniera condivisa sapremo esprimerne la risposta più convinta e degna del rispetto che si deve a chi ha preferito sacrificarsi alla mafia, più che rivelarle segreti d’ufficio." Antonio Di Pietro

Giuseppe Giustolisi ha detto...

Cuffaro ha fatto la scelta giusta e le sue dimissioni, seppure non immediate, sono la dimostrazione che è necessario ascoltare le ragioni dei cittadini che amano la Sicilia.
Politicamente era giusto lasciare l'incarico un minuto dopo la sentenza, ma affermare che ha atteso l'approvazione della finanziaria, mi è sembrato un'ottima giustificazione. Oggi Cuffaro ha finalmente dimostrato di avere preferito le ragioni della dignità politica, a vantaggio della nostra Isola, a quelle dell'ostinazione fine a se stessa. Mi auguro che in questi mesi che ci attendono, precedenti alle elezioni regionali le parti politiche lavorino a favore dei siciliani, ne abbiamo bisogno. In tutta franchezza credo che l'uomo ha passato in questi giorni dei momenti molto difficili ed intensi, è la prima volta nella storia che il parlamento regionale venga sciolto, una novità assoluta che deve servire come l'inizio di una svolta per le sorti dell'isola. In primavera Mirabella potrebbe trovarsi a votare sia per le provinciali, regionali, nazionali... Mamma mia!!!

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Si...come no!Cuffaro ha fatto la scelta giusta, infatti ha pensato bene di dimettersi per una eventuale, comoda e preziosa poltrona al senato!!! Poverino ci ha pensato due giorni dopo...mah..meglio tardi che mai!
purtroppo oltre ad essere in Italia, abbiamo la fortuna (o la sfortuna..ancora non si sa!!)di essere in Sicilia. Dici che il sistema "italia" non funziona..il sistema "italia" è fatto da noi, forse non funziona perchè prendiamo tutto per buono, accettiamo che indagati e condannati ci rappresentano(nel parlamento, pochi non sono indagati o sono esenti da una condanna), accettiamo che questi stessi ci ricoprono di immondizia (in tutti i sensi)...forse il cambiamento dovrebbe partire da noi. per esempio, se iniziassimo a votare LIBERAMENTE, non ci ritroveremmo nelle mani di gente come cuffaro. Non avverrà mai un cambiamento...fin quando le alte cariche sapranno che stando lassù è tutto guadagnato, non avranno motivo di cedere il loro posto..ma poi per chi?per noi povera gentaglia......smettiamola!I tempi di un possibile cambiamento ci hanno lasciato, volando via con falcone e borsellino, con loro abbiamo giocato il nostro jolly.....ma il loro sacrificio a quanto pare è stato vano.e ora?chi dovrebbe essere fautore di un cambiamento?cuffaro e le sue dimissioni?!Prodi, che nn sapeva neanche di essere Presidente del Consiglio?!o Il cavaliere??mah....

leggendo qua e là ho capito che sei un consigliere (madonna mia…uno di quei politici!!!!))e capisco che devi parlare in questi termini (lo sviluppo, i giovani, il cambiamento, no alla mafia e quant'altro)...ma credimi...sappiamo tutti in che condizioni versa la situazione. Non rinunceremo mai alla "telefonatina a quel nostro amico" (ne abbiamo tutti uno), e così facendo terremo ancora in vita questo meccanismo malefico, questo circolo vizioso "voto-favore". Tutto questo a me può non andare, ma da sola nn andrò mai da nessuna parte, e sperare nella buona coscienza della gente mi deprime...quindi..

Katiuzza