giovedì, marzo 27, 2008

Addio Giuseppe!

Caro Giuseppe,

non so se potrai leggere questo post li dove sei adesso, ma se le vie del Signore sono infinite, un tentativo vale la pena farlo.

Ieri mattina, aspettavo la tua salma in piazza per darti l'ultimo saluto e per sfogare il mio dolore, dolore rimasto represso durante questa settimana dall'incredulità, dal non essere in grado di accettare che non ci sei più, dal non capire il perchè di tutto questo.

Ma al tuo arrivo, ho provato una sorta di sollievo: quello che avevo davanti a me non era Giuseppe Zito, ma una bara di legno con un corpo all'interno, che non eri tu.

Per la prima volta in vita mia, da non credente, ho realizzato che la nostra essenza è lo spirito e che il corpo è soltanto una custodia temporanea, uno scrigno, che va comunque rispettato e onorato per tutti i giorni della nostra breve esistenza, se non altro per rispetto di chi ci ha donato questa vita.

Come in tutte le tragedie umane, ci si tormenta sui perchè e per come, su quello che sarebbe potuto essere e quello che non è stato.

Io preferisco ricordarti vivo e felice: il Capodanno appena trascorso, dove prima di andare in discoteca, ci siamo accorti che i tuoi pantaloni erano strappati e tutte le ragazze ad improvvisarsi sartine last minute; della festa di Sant'Agata, dove da veri ingordi senza pudore, ci siamo abbuffati all'Etoile di panzerotti alla cioccolata.

E che dire della festa del tuo compleanno, dove abbiamo dibattuto sui massimi sistemi, sull'etica della politica americana, delle tue ridicole disavventure sul lavoro...

Quante risate, quante speranze, quanti sogni!

Tu eri sempre il protagonista: al compleanno volevi essere il festeggiato, al matrimonio lo sposo, al funerale il morto.

E ironia della sorte, anche questa volta ci hai fregati!

E la sorte è stata ancora più ironica perchè proprio tu, che sei stato sempre contro le cerimonie religiose, tu che volevi che il tuo corpo venisse cremato assieme ad un vassoio di panzerotti al cioccolato e le tue ceneri cosparse nel mare di Mykonos al tramonto, hai avuto il più classico dei funerali.

Il gruppo dei ragazzi che chiamavi "parrinari", ti ha tributato un coro bellissimo e affettuoso.
È mancata solo una canzone: "My way" di Frank Sinatra.

Ascoltandola in questo momento, penso che il vecchio Frank abbia scritto questa canzone pensando a te: una vita vissuta intensamente, breve, ma ricca di emozioni, che forse nessuno di noi riuscirà a provare nemmeno se camperà 100 anni.

Se esiste un paradiso e San Pietro fa il custode come ce lo immaginiamo, ne avrai di storie da raccontargli!

E se non esiste una vita nell'aldilà, non preoccuparti: sarai sempre vivo nel ricordo e nel cuore delle persone che ti hanno voluto bene!

Hasta la victoria siempre!

3 commenti:

sicanosiciliano ha detto...

post bellissimo

Unknown ha detto...

ciao, sono un amico di università di giuseppe di roma...tramite conoscenti sono venuto a sapere di questa terribile notizie, ma spero sempre che non sia vero. Come è successo e quando..? ancora non ci posso credere...
grazie

agnese ha detto...

avendo conosciuto il caro Peppe condividiamo in pieno il tuo post anche perche´ durante i momenti che hai descritto c'eravamo anche noi...Quante risate ed e' grazie alla tua cultura senza paragoni, caro Peppe, che abbiamo
scoperto perche' i catanesi sono cosi' devoti a Sant'Agata,ma quello che nn potremmo mai dimenticare e`il viso estasiato che avevi dopo aver mangiato le minne della Santa e la gioia che avevi negli occhi quando ci raccontavi dei tuoi viaggi.Rivivrai sempre nella nostra voglia di vivere la stessa voglia che avevi tu!
Con affetto Agnese e Stefania